Sacerdote - memoria facoltativa - 08 maggio
Nato ad Erice (Trapani, Sicilia) probabilmente nel 1443, entrò presto nell'Ordine del Carmelo presso il convento dell'Annunziata di Trapani.
Fu priore del convento riformato di Randazzo, ove morì nel 1490. Secondo la tradizione, il beato fu ferito mortalmente al capo con una freccia per aver condannato i cattivi costumi di un signorotto. Luigi perdonò il suo aggressore senza voler rivelare il suo nome.
Tre luoghi della Sicilia furono in particolare testimoni nel tempo delle gesta singolari di un uomo di Dio, il Beato Luigi Rabatà, sacerdote professo dell'Ordine del Carmelo: Erice (TP) cittadina che gli diede i natali nel 1443, Trapani, dove compì gli studi, vestì l'abito religioso carmelitano e fu ordinato sacerdote presso il Santuario dell'Annunziata del cui Convento si può ritenere a buon titolo "figlio" perché fu il Cenobio che lo accolse nell'Ordine, e Randazzo (CT) in cui visse gran parte della sua esistenza terrena presso la Chiesa in quel tempo intitolata a "San Michele Arcangelo" (edificata nel 1380) svolgendo tra l'altro l'incarico di superiore della comunità religiosa, dando testimonianza della sua fede nel Dio di Gesù Cristo attraverso la consacrazione religiosa e il ministero pastorale che, segnato da un continuo susseguirsi di miracoli, lo vide consumarsi nell'amore a Dio e ai fratelli. Nell'annesso Convento Carmelitano omonimo (fondato posteriormente nel 1456), avenne il suo beato transito sabato 8 maggio 1490 in seguito ad una ferita mortale, incancrenitasi sulla fronte, provocata circa un anno prima da una freccia scagliata volutamente contro di lui mentre tornava dalla questua sulla via che conduceva al paese di Bronte (CT).