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Immagine del redattoreStudentato San Pier Tommaso

Cronaca di una nuova esperienza con Dio e con i fratelli.




A cura di Fr. Alfredo Pisana, O.Carm.

Testimonianze di Melania Vecchio e Beatrice Munzone








Un’altra esperienza estiva con i ragazzi ha visto il sole splendere in cielo e sui volti di molti! Sorrisi, Speranze, Paure, Preghiera, Incontri…queste alcune delle parole chiave che l’hanno caratterizzata, e tutte volutamente in maiuscolo. Si, perché esse rappresentano l’unica e speciale interiorità di ciascuno dei ragazzi e ragazze che hanno partecipato al campo scuola carmelitano estivo che si è tenuto dal 27 al 31 Luglio 2018 a Frigintini (Modica).


Già nei precedenti numeri abbiamo raccontato di cosa si tratta e come si svolgono questo tipo di esperienze. Giovani provenienti dalle città di Catania, Ispica, Modica e Pozzallo stavolta hanno avuto l’opportunità di confrontarsi con il libro dell’Esodo, il quale ancora oggi ci parla e ci mette in discussione.


Quella del popolo di Israele è una grande storia che può riflettersi nella piccola storia a partire dal mondo intorno a noi: il primo capitolo ha aiutato, infatti, la riflessione sui modi di vedere e gestire le difficoltà della nostra storia (Es 1, 1-14) e sulla scelta delle nostre amicizie, nonché il peso che il giudizio degli altri può avere su di noi (Es 1, 15-22).


I capitoli successivi ci raccontano storie di uomini e donne dal cuore vivo, che non hanno paura di uscire verso i fratelli, di ascoltare il movimento del cuore umano, creando così uno spazio che offre a Dio “un appiglio” da cui iniziare a operare (Es 2, 1 – 3, 6).


L’uscita dall'Egitto, con la storia della vocazione di Mosè e la liberazione del popolo (Es 3, 7 – 15, 21) ha chiaramente offerto numerosi spunti sulla nostra storia di vita personale, sulla nostra storia di vocazione alla vita, sul rischio dell’indurimento dei nostri cuori e sulla necessità del mettersi in movimento, attraversando anche le nostre paure.


Ciò che si guadagna è la bellezza di una nuova relazione, ma anche la fatica di essere adulti e di dover apprendere dalla scuola del deserto (Es 15, 22 – 18, 27).


Inevitabile fare riferimento all’Alleanza (Es 19, 1 – 20, 21), grazie alla quale abbiamo ripercorso le dieci parole che il Signore propone come “segnaletica stradale” per continuare a camminare come uomini e donne liberi, nel cammino verso le nostre scelte per il futuro, facendo memoria e traendo forza da quell’alleanza che è più forte di ogni tradimento (Es 32, 1 – 33, 6).


Queste, in breve, le piste di riflessione proposte ad ogni giovane presente; e ciascuno, nel segreto del proprio cuore e nella forza della condivisione, ha avuto modo così di iniziare, approfondire o riscoprire il proprio rapporto con Dio.


A tal proposito è interessante leggere le testimonianze dirette di due giovani ragazze della provincia di Catania, alla loro prima esperienza. Scorrendo le loro parole, ne viene in mente un’altra da gridare al Signore: GRAZIE!



Il campo scuola estivo 2018 è stata la mia prima esperienza in un contesto del genere. Conoscevo già i ragazzi della parrocchia “Madonna del Carmelo” di Catania, grazie a varie occasioni che mi hanno permesso di integrarmi in questa grande e bella famiglia. Mi piace utilizzare il termine “famiglia” perché, anche se frequento da poco la comunità, i ragazzi, gli animatori e Padre Franco mi hanno messa da subito a mio agio. È scontato dire che durante questi giorni ho imparato tanto ma è proprio così, grazie alla presenza degli animatori ho capito, anzi, scoperto una parte di me stessa che non sapevo di avere o per lo meno sono stati capaci di tirarlo fuori, dato che la voce di Dio è presente in ognuno di noi.


Credo che questa debba essere un’esperienza che ogni giovane dovrebbe vivere, insegna a maturare, insegna valori fondamentali che purtroppo nella società di oggi non vengono considerati.


Melania Vecchio.



Non riponevo molte speranze in questo campo scuola, principalmente perché non conoscendo nessuno mi sentivo fuori luogo, ma al fine del campo posso decisamente ricredermi. Ho trovato una grande accoglienza e nuovi amici, persone con cui potermi confrontare dopo i momenti di silenzio e riflessione.


Oltre alle nuove conoscenze ho avuto una grande opportunità per potermi riavvicinare a Dio. Certe volte sentiamo come se le letture e i salmi siano appositamente letti in quel preciso momento per noi; ecco, mi è capitato più volte durante questi ultimi giorni, come se Dio stesse parlando direttamente con me dicendomi di superare le avversità, con il suo aiuto, e di riuscire ad andare avanti. Infatti il tema trattato è stato quello dell’Esodo e, proprio come gli ebrei, Dio chiede a me e a tutti noi di fuggire dal “nostro Egitto” e fidarci di Lui. Semplicemente fidarci.


Questo è ciò che mi porto dietro e tengo gelosamente segregato nel mio cuore: una fede più salda che va sempre più fortificandosi.


Beatrice Munzone.



Articolo pubblicato nella rivista: la Madonna del Carmine http://www.madonnadelcarmine.net/

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